A Cremona la curia ha negato la commemorazione al cimitero di fronte alla lapide di Roberto Farinacci, ex ras fascista e volontario nella Rsi
Benedizione
vietata. Neppure da morti e dopo oltre 70 anni dalla fine della guerra
civile italiana, i morti della Rsi trovano pace.
Succede a Cremona, dove il Comitato per le onornze funebri dei caduti della Repubblica Sociale Italiana ha
organizzato per il 28 aprile la commemorazione della morte di Roberto
Farinacci, ex ras fascista ucciso dai partigiani lo stesso giorno del
1945.
Gian Alberto D'Angelo, il portavoce del comitato, come tutti gli anni ha chiesto al Comune di celebrare una messa di fronte alla lapide di Farinacci al composanto di Cremona. Ma stavolta il sindaco di centrosinistra, Gianluca Galimberti, ha negato l'autorizzazione alla manifestazione, imponendo che la cerimonia si svolga solo nella cappela del cimitero, senza simboli, canti o gesti "che costituiscano apologia di fascismo".
Anche il vescovo della città ha chiuso una serranda quando il Comitato ha chiesto un parroco per la funzione religiosa. Negli anni scorsi se ne era occupato il cappellano del cimitero, don Oreste Mori. Il quale anche quest'anno non si sarebbe tirato indietro: "Ho sempre dato la benedizione e l'avrei fatto anche stavolta. Credo sia un diritto di tutti i morti e un dovere di tutti i sacerdoti. Vado dove mi chiamano. Anche dove è seppellito Togliatti, se me lo chiedessero". Stavolta però la Curia ha negato l'autorizzazione. L'offerta al Comitato è stata questa: celebrare la messa all'interno della cappella e poi benedire tutti i morti, non direttamente la tomba di Farinacci. Gian Alberto D'Angelo, al Corriere, ha risposto così: "Quella proposta è un insulto. Ci saremo con le nostre bandiere, i nostri vessilli e i nostri inni. Dopo la messa in chiesa andremo a salutare romanamente Farinacc e chi ha combattuto per la Rsi".
Gian Alberto D'Angelo, il portavoce del comitato, come tutti gli anni ha chiesto al Comune di celebrare una messa di fronte alla lapide di Farinacci al composanto di Cremona. Ma stavolta il sindaco di centrosinistra, Gianluca Galimberti, ha negato l'autorizzazione alla manifestazione, imponendo che la cerimonia si svolga solo nella cappela del cimitero, senza simboli, canti o gesti "che costituiscano apologia di fascismo".
Anche il vescovo della città ha chiuso una serranda quando il Comitato ha chiesto un parroco per la funzione religiosa. Negli anni scorsi se ne era occupato il cappellano del cimitero, don Oreste Mori. Il quale anche quest'anno non si sarebbe tirato indietro: "Ho sempre dato la benedizione e l'avrei fatto anche stavolta. Credo sia un diritto di tutti i morti e un dovere di tutti i sacerdoti. Vado dove mi chiamano. Anche dove è seppellito Togliatti, se me lo chiedessero". Stavolta però la Curia ha negato l'autorizzazione. L'offerta al Comitato è stata questa: celebrare la messa all'interno della cappella e poi benedire tutti i morti, non direttamente la tomba di Farinacci. Gian Alberto D'Angelo, al Corriere, ha risposto così: "Quella proposta è un insulto. Ci saremo con le nostre bandiere, i nostri vessilli e i nostri inni. Dopo la messa in chiesa andremo a salutare romanamente Farinacc e chi ha combattuto per la Rsi".
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