I microbi trovati nel lago Whillans sotto la calotta polare sopravvivono al freddo e al buio ricavando energia dalle rocce. Potrebbe accadere anche su altri pianeti?
I ricercatori che hanno esaminato le rocce e sedimenti in un lago poco profondo che si trova sotto la calotta antartica hanno scoperto che l’ambiente gelido è in grado di ospitare ecosistemi di microbi che sgranocchiano i minerali. L’analisi delle acque del bacino sotterraneo ha rivelato che nel lago, a due chilometri e mezzo di profondità sotto il ghiaccio, sono presenti diverse forme di vita che riescono a sopravvivere al buio e a temperature sotto gli zero gradi Celsius. La scoperta è stata illustrata sull’ultimo di Nature e ha visto la partecipazione di un ricercatore italiano, Carlo Barbante dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Il progetto che ha condotto a questa scoperta si chiama Wissard (Whillans ice stream subglacial access research drilling) e nel 2013 aveva portato al recupero di campioni sedimentari e di acqua dal lago sub-glaciale Whillans, che nonostante la temperatura rigida è mantenuto liquido dal substrato roccioso e dall’attrito dei ghiacciai.
Si tratta di un lago che non solo oggi è sepolto sotto uno spesso strato di ghiaccio che lo isola dall’ambiente esterno, ma che non ha avuto alcun contatto con altri ecosistemi per migliaia di anni. Per raggiungere il lago, infatti, è stato necessario un lungo lavoro di perforazione della calotta polare. Intrappolati là sotto, i microbi (denominati Archaea) riescono a sopravvivere e a generare energia a partire dall’ammoniaca e dal metano.
L’Antartide, spiegano i ricercatori su Nature, ci può aiutare a capire come la vita si è evoluta per adattarsi al buio freddo e al freddo.
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