«Preghi
perché la mia piccolissima opera fiorisca all'ombra della sua immensa»
scriveva nel 1988 il gesuita e grande teologo Hans Urs von Balthasar,
appena creato cardinale, a Luigi Giussani.
Parole da piazza Duomo gremita lo scorso martedì
sera: tre serpentoni di giovane folla in coda fino alla cattedrale, con
partenza da palme e banani lì in fondo. E chissà che ne avrebbe detto
l'uomo che con nomignolo affettuoso in tanti chiamano ancora «don Gius».
La Messa è celebrata dall'arcivescovo, Angelo Scola, che di Giussani è stato allievo della prima ora. Qualcuno aspetta fino alle dieci per superare i controlli di sicurezza ed entrare in cattedrale, altri si arrendono e tornano a casa. «Vi invito a partecipare alla Messa del Papa» risuona la voce di Scola in piazza. «Ci prepariamo con gratitudine e trepidazione ad accogliere Papa Francesco pellegrino a Milano» dice anche don Julian Carròn, erede di Giussani alla guida di Comunione e liberazione. L'attesa è per il 25 marzo, quando il Santo Padre visiterà la Diocesi.
Milano è anche la città in cui don Giussani è sepolto, nella cappella del cimitero Monumentale. «Vi spingo a proseguire nella preghiera e nella bella pratica di visitare la tomba, così come a segnalare dati, fatti e circostanze che possano aiutare il suo cammino verso la canonizzazione» dice Scola alla fine della Messa, parlando della strada «verso gli altari» di colui che è stato già riconosciuto servo di Dio, prima tappa del processo di beatificazione. Il cardinale Scola prevede che i tempi non saranno brevi: «Vi invito alla pazienza, perché sono procedimenti molto lunghi, soprattutto per coloro che hanno scritto molto». E don Giussani, tra i tanti libri e le tantissime meditazioni, è nell'elenco degli autori prolifici. Tra i lettori anche Papa Francesco, che non solo da arcivescovo di Buenos Aires aveva presentato almeno due fatiche letterarie di Giussani («Il senso religioso» e «L'attrattiva Gesù»), ma due anni fa, durante un'udienza ai fedeli di Cl, ha ricordato «il bene che quest'uomo ha fatto a me e alla mia vita sacerdotale, attraverso la lettura dei suoi libri e dei suoi articoli».
Don Giussani è nato a Desio, in Brianza, il 15 ottobre del 1922, figlio di un intagliatore e di un'operaia tessile. A Milano è stato prof di religione al liceo Berchet e di Introduzione alla teologia all'Università Cattolica, qui è nata la Fraternità di Cl. Nella sua casa milanese è morto il 22 febbraio del 2005: in Duomo i funerali furono celebrati dall'inviato di Giovanni Paolo II, cardinale e prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, Joseph Ratzinger, che due mesi dopo sarebbe diventato Papa. Da Milano carisma e opere si sono avventurate per il mondo.
Le Messe censite per ricordarlo sono 262. Ieri a Gerusalemme ha celebrato l'amministratore apostolico Pierbattista Pizzaballa, francescano, domani a Roma il segretario della Cei, Nunzio Galantino. Nei giorni scorsi a Genova il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, gli arcivescovi di Bologna, Matteo Zuppi, e di Perugia, Gualtiero Bassetti. Celebrazioni in tutta Europa, in Giordania, negli Stati Uniti e in Canada, in Sud America e in numerosi altrove.
La Messa è celebrata dall'arcivescovo, Angelo Scola, che di Giussani è stato allievo della prima ora. Qualcuno aspetta fino alle dieci per superare i controlli di sicurezza ed entrare in cattedrale, altri si arrendono e tornano a casa. «Vi invito a partecipare alla Messa del Papa» risuona la voce di Scola in piazza. «Ci prepariamo con gratitudine e trepidazione ad accogliere Papa Francesco pellegrino a Milano» dice anche don Julian Carròn, erede di Giussani alla guida di Comunione e liberazione. L'attesa è per il 25 marzo, quando il Santo Padre visiterà la Diocesi.
Milano è anche la città in cui don Giussani è sepolto, nella cappella del cimitero Monumentale. «Vi spingo a proseguire nella preghiera e nella bella pratica di visitare la tomba, così come a segnalare dati, fatti e circostanze che possano aiutare il suo cammino verso la canonizzazione» dice Scola alla fine della Messa, parlando della strada «verso gli altari» di colui che è stato già riconosciuto servo di Dio, prima tappa del processo di beatificazione. Il cardinale Scola prevede che i tempi non saranno brevi: «Vi invito alla pazienza, perché sono procedimenti molto lunghi, soprattutto per coloro che hanno scritto molto». E don Giussani, tra i tanti libri e le tantissime meditazioni, è nell'elenco degli autori prolifici. Tra i lettori anche Papa Francesco, che non solo da arcivescovo di Buenos Aires aveva presentato almeno due fatiche letterarie di Giussani («Il senso religioso» e «L'attrattiva Gesù»), ma due anni fa, durante un'udienza ai fedeli di Cl, ha ricordato «il bene che quest'uomo ha fatto a me e alla mia vita sacerdotale, attraverso la lettura dei suoi libri e dei suoi articoli».
Don Giussani è nato a Desio, in Brianza, il 15 ottobre del 1922, figlio di un intagliatore e di un'operaia tessile. A Milano è stato prof di religione al liceo Berchet e di Introduzione alla teologia all'Università Cattolica, qui è nata la Fraternità di Cl. Nella sua casa milanese è morto il 22 febbraio del 2005: in Duomo i funerali furono celebrati dall'inviato di Giovanni Paolo II, cardinale e prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, Joseph Ratzinger, che due mesi dopo sarebbe diventato Papa. Da Milano carisma e opere si sono avventurate per il mondo.
Le Messe censite per ricordarlo sono 262. Ieri a Gerusalemme ha celebrato l'amministratore apostolico Pierbattista Pizzaballa, francescano, domani a Roma il segretario della Cei, Nunzio Galantino. Nei giorni scorsi a Genova il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, gli arcivescovi di Bologna, Matteo Zuppi, e di Perugia, Gualtiero Bassetti. Celebrazioni in tutta Europa, in Giordania, negli Stati Uniti e in Canada, in Sud America e in numerosi altrove.
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