Feature 3

17/03/17

marzo 17, 2017

La deflagrazione al rifugio Gandegghutte. Il cilindro metallico usato per ravviare il fuoco era un residuo bellico


Una donna tedesca ha ravvivato il fuoco della stufa a legna in un rifugio alpino usando una bomba a mano.
La 30enne è una delle dipendenti del rifugio Gandegghutte (3.029 metri di quota a Zermatt, in Svizzera) e quando le è stato chiesto di ravvivare la fiamma, ha usato un cilindro metallico molto arrugginito che nascondeva una sorpresa: era un residuo bellico della prima guerra mondiale e che, a contatto con il calore, le è esploso in mano. Immediatamente dopo la deflagrazione, la donna è stata trasferita al Centro ospedaliero universitario del Vaud, a Losanna.

La bomba tra la legna

Solo oggi la polizia del Canton Vallese ha rivelato la notizia dell'episodio accaduto l'11 dicembre 2016. I poliziotti stanno cercando disperatamente dei testimoni dell'accaduto, per capire come sia stato possibile che una bomba a mano sia finita dentro una stufa a legna. Sono infatti gli stessi investigatori a ipotizzare che l'oggetto lungo 15 centimetri e dal diametro di 2 o 3 centimetri non sia altro che un ordigno della Grande Guerra. A portare la polizia su questa pista è stato l'acido picrico ritrovato sul luogo dell'esplosione. L'acido era infatti utilizzato da alcuni eserciti per generare l'esplosivo delle bombe a mano.

Le indagini

Come scrive la Stampa, "il pubblico ministero vuole ora ricostruire come quella munizione sia finita vicino al rifugio: la donna infatti ha riferito di averla trovata qualche giorno prima al pianterreno del rifugio". Uno scherzo? Oppure qualcuno ha volutamente mescolato l'ordigno insieme alla legna? Il Forensic Institute Zurich e la polizia scientifica del Vallese intanto hanno trovato residui di nitroglicerina e piombo, sostanze considerate nella loro concentrazione piuttosto "insolite".

/mafiaevolutionfilm.net/

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