Un commerciante di Modena racconta il gesto radicale a cui è stato costretto dalle troppe rapine: "Sono obbligato a dormire nel mio bar"
Quattro furti in sei mesi. Decisamente troppi. Così un barista di Modena ha deciso di combattere i ladri nel modo più drastico: dormendo notte dopo notte nel proprio locale.
Una scelta radicale, raccontata da un'intervista della Gazzetta di Modena, che svela come il titolare di un bar del capoluogo emiliano sia stato costretto a ricorrere a barricarsi anche di notte nel proprio esercizio commerciale pur di scoraggiare nuove rapine.
"Con mia moglie abbiamo rilevato questa attività tredici mesi fa - racconta l'uomo, che preferisce mantenere l'anonimato - E in sei mesi siamo stati colpiti quattro volte. L’ultimo tentativo solo poco tempo fa: ho sentito dei rumori che mi hanno svegliato e quando sono andato a vedere mi sono ritrovato faccia a faccia coi delinquenti: erano dall’altra parte del vetro. Mi hanno visto e sono fuggiti. Solo in questo modo ho evitato danni ingenti al locale"
Niente armi dunque, ma sacrificio totale della vita privata e della quiete familiare: "La parte che più ne risente è la famiglia: è avvilente vivere in questo modo perché non vedo più i miei figli, se non un paio di volte alla settimana. Immaginavo che ci sarebbero stati da fare dei sacrifici da fare per lavorare, ma non di questo genere. I miei familiari vogliono convincermi a cambiare lavoro."
Le forze dell'ordine "fanno il loro lavoro nel limite delle possibilità e dei mezzi a disposizione, ma spesso non risultano assistiti e tutelati a dovere".
"Con mia moglie abbiamo rilevato questa attività tredici mesi fa - racconta l'uomo, che preferisce mantenere l'anonimato - E in sei mesi siamo stati colpiti quattro volte. L’ultimo tentativo solo poco tempo fa: ho sentito dei rumori che mi hanno svegliato e quando sono andato a vedere mi sono ritrovato faccia a faccia coi delinquenti: erano dall’altra parte del vetro. Mi hanno visto e sono fuggiti. Solo in questo modo ho evitato danni ingenti al locale"
Niente armi dunque, ma sacrificio totale della vita privata e della quiete familiare: "La parte che più ne risente è la famiglia: è avvilente vivere in questo modo perché non vedo più i miei figli, se non un paio di volte alla settimana. Immaginavo che ci sarebbero stati da fare dei sacrifici da fare per lavorare, ma non di questo genere. I miei familiari vogliono convincermi a cambiare lavoro."
Le forze dell'ordine "fanno il loro lavoro nel limite delle possibilità e dei mezzi a disposizione, ma spesso non risultano assistiti e tutelati a dovere".
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