Un nuovo studio ha realizzato una mappa tridimensionale della zona in cui sorge il circolo di pietre, svelando un complesso di monumenti sacri, edifici e strade nascosti
Per effettuare la loro scoperta, i ricercatori di Birmingham hanno realizzato una mappa digitale 3D, che ricostruisce un’area di 12 chilometri intorno al monumento fino ad una profondità di circa tre metri. In questo modo sono riusciti ad individuare le caratteristiche che doveva presentare il suolo al tempo in cui Stonehenge era ancora un importante sito religioso, e a svelare la presenza degli edifici nascosti da millenni nel terreno circostante.
Per prima cosa, 17 piccoli monumenti rituali risalenti probabilmente al periodo di maggior importanza del sito, utilizzate secondo i ricercatori come piccole cappelle. Ancor più interessante per gli archeologi però è un tumulo dello stesso periodo di Stonehenge (tra 4mila e 5mila anni fa), che dalle scansioni risulta costruito al di sopra di una struttura precedente, più antica di almeno mille anni.
L’edificio, costruito in legno, sarebbe stato secondo i ricercatori una “casa dei morti”, ossia un luogo dove venivano riposti cadaveri scarnificati e disarticolati nel corso di rituali sacri. Il complesso di Stonehenge inoltre si trovava in passato all’interno di un percorso triangolare (profondo circa metri), che serviva probabilmente a fornire una visuale maestosa dell’area ai pellegrini diretti verso il sito sacro.
La mappa tridimensionale ha infine permesso ai ricercatori di effettuare un’importante scoperta anche nel vicino sito di Durrington Walls, dove sorge la più grande città preistorica dell’Europa settentrionale. Il nuovo studio ha permesso infatti di scoprire intorno all’insediamento (che nel suo periodo di massima espansione aveva una circonferenza di un chilometro e mezzo e ospitava circa 4mila abitanti) un enorme circolo di pietre, alte fino a tre metri, molte delle quali potrebbero potrebbero trovarsi ancora sotterrate nell’area.
“Il nostro progetto ha rivelato che l’area circostante a Stonehenge è piena di importanti strutture archeologiche di cui fino ad oggi non sapevamo nemmeno l’esistenza, e ha dimostrato che l’applicazione delle nuove tecnologie può modificare quello che gli archeologi e il grande pubblico pensano di uno dei più studiati siti preistorici della Terra”, racconta Vincent Gaffney, coordinatore del progetto. “Stonehenge da oggi potrebbe non essere più lo stesso”.
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