Un nuovo progetto americano vuole scoprire come si sono formati gli elementi che costituiscono oggi il nostro Universo, attraverso lo studio di eventi astronomici come l’esplosione delle supernove
Idrogeno, elio e un po’ di litio. Erano solo questi gli elementi presenti nell’Universo 14 miliardi di anni fa, subito dopo il Big Bang.
Come si è arrivati quindi agli oltre cento elementi che si trovano oggi
in natura? Per scoprirlo, alcuni dei più avanzati laboratori di fisica
americani hanno deciso di unire le forze, in un nuovo progetto che ha
già ricevuto oltre 11,4 milioni di dollari di fondi dalla National Science Foundation americana: ripercorrere l’evoluzione degli elementi chimici presenti nell’Universo, studiando eventi astronomici come l’esplosione delle supernove.
Nel corso della sua vita il nucleo di una stella trasforma
costantemente elementi semplici, come elio e idrogeno, in elementi più
complessi, come carbonio e ossigeno. Questi vengono poi disseminati nel
Cosmo quando la stella termina il suo ciclo vitale ed esplode,
trasformandosi in una supernova. Gli elementi chimici così creati si trovano quindi a vagare per il cosmo, fino a quando non vengono utilizzati da nuove stelle, in un ciclo continuo che rende ogni nuova generazione di corpi celesti ricca di elementi sempre più pesanti e complessi.
È per questo che studiando le stelle più antiche gli scienziati sperano di comprendere i processi che hanno portato alla nascita di quelle attuali, come il nostro Sole.
“I traccianti chimici che possiamo osservare in stelle molto antiche rappresentano una testimonianza “fossile” dell’evoluzione chimica dell’Universo, e possono aiutarci a comprendere come la natura abbia creato, passo dopo passo, gli elementi presenti oggi”, spiega Hendrik Schatz, ricercatore del National Superconducting Cyclotron Laboratory (Nscl) della Michigan State University che parteciperà al nuovo studio.
È per questo che studiando le stelle più antiche gli scienziati sperano di comprendere i processi che hanno portato alla nascita di quelle attuali, come il nostro Sole.
“I traccianti chimici che possiamo osservare in stelle molto antiche rappresentano una testimonianza “fossile” dell’evoluzione chimica dell’Universo, e possono aiutarci a comprendere come la natura abbia creato, passo dopo passo, gli elementi presenti oggi”, spiega Hendrik Schatz, ricercatore del National Superconducting Cyclotron Laboratory (Nscl) della Michigan State University che parteciperà al nuovo studio.
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