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11/02/17

febbraio 11, 2017

Alcuni scienziati hanno inventato un metodo che permette di imbottigliare l’energia elettrica, sfruttando l’energia proveniente dal sole. Un’idea interessante e rivoluzionaria, anche se per il momento difficile da mettere in pratica.

L’energia solare è uno dei sistemi per la produzione di energia più promettenti degli ultimi anni. È un’energia pulita, semplice da ottenere, ma purtroppo non è una delle più effficienti da utilizzare: per averne una quantità importante è infatti necessario avere delle grandi superfici da poter utilizzare, ma c’è anche il problema dell’immagazzinare l’energia, che è un problema generale dell’energia elettrica: questa deve infatti essere subito utilizzata, e non può essere messa da parte, motivo per cui non è possibile ad esempio produrre grandi quantità di energia per poi utilizzarla durante la notte, quando il sole non c’è.


© Wikimedia

Tuttavia, alcuni scienziati sembrano aver trovato una soluzione davvero interessante almeno all’immagazzinamento dell’energia: si tratta di un modo con il quale l’energia solare non sarebbe impiegata per produrre energia elettrica, ma un tipo diverso di energia che è l’energia chimica. In pratica si vanno a creare dei legami chimici che vengono creati attraverso l’energia, e diventano stabili, così che l’energia viene immagazzinata all’interno di questi legami. Quando la temperatura si abbassa, questi legami si rompono, e liberano energia che può essere usata per vari processi. In pratica, energia in bottiglia.


Il processo, che poi è identico a quello che il nostro organismo fa continuamente per estrarre l’energia di cui ha bisogno dagli alimenti, verrebbe portato a termine grazie ad un materiale che è l’ossido di Cerio, materiale utilizzato al momento per necessità industriali. Questo composto ha la capacità di legare a sé, sopra ai 1500 gradi, delle molecole di ossigeno che vengono poi liberate quando la temperatura si abbassa: quando si liberano, l’ossigeno si stacca dal materiale e torna nell’aria, così da liberare energia che può essere prodotta.
In questo modo, quindi, l’energia solare verrebbe concentrata in un solo punto, per produrre tantissimo calore e riscaldare il materiale; questo, una volta “carico” di energia, può essere trasportato o anche semplicemente lasciato sul posto per abbassare poi la temperatura, far liberare ossigeno (che si trova sempre nell’aria) e permettergli di produrre energia. Un metodo pulito di immagazzinare, di imbottigliare, una risorsa che abbiamo sempre a disposizione.
L’idea è quindi davvero interessante, anche se per il momento è, ancora, un’idea. Il problema maggiore è infatti quello di creare un sistema che consenta di fare in modo che il sole riscaldi fino a 1500 gradi il materiale, cosa ad oggi molto difficile se non con infrastrutture grandissime, il cui investimento sarebbe ripagato troppo lentamente. Gli ideatori del metodo, tuttavia, confidano nel fatto che nel corso dei prossimi anni l’efficienza dei pannelli solari riesca a far immagazzinare più energia rispetto a quella attuale, e in questo modo si riuscirebbe, finalmente, anche a imbottigliare l’energia elettrica. Risolvendo alcuni tra i più importanti problemi energetici che interessano la società di oggi.

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