Monsignor Pennisi: "Non mi risulta che abbia mai dato segnali di
ravvedimento, non può dare testimonianza cristiana con le sue azioni"
E' stato condannato per mafia, è in soggiorno obbligato a Padova, la
procura antimafia di Palermo è convinta che non abbia mai interrotto i
suoi rapporti con il clan, ha il divieto di tornare a Corleone dal 2011, quando fu scarcerato. Eppure a Salvo Riina, il figlio del boss, è stato concesso di rientrare nel suo paese per fare il padrino di battesimo a una nipote.
A dargli questa possibilità sono stati due parroci, uno della provincia
di Padova, dove è in soggiorno, l'altro di Corleone, don Vincenzo
Pizzitola, che non ha mosso obiezioni all'arrivo in paese del figlio del
boss. Un "permesso speciale", scrive "Repubblica", che ha fatto
infuriare il vescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi.
"Né io né la Curia eravamo informati - dice -. Consentire al figlio di
Riina di fare il padrino di battesimo è stata una scelta censurabile e
quanto meno inopportuna, che io non approvo". Il parroco di
Corleone, aggiunge, ha detto che c'era un certificato di idoneità di un
parroco della diocesi di Padova, e che c'era il permesso del giudice per
il viaggio in Sicilia di Riina junior. "Ma io resto della mia idea",
precisa. Un padrino di battesimo, spiega, "deve essere il garante della
fede, deve dare testimonianza con le sue azioni. E non mi risulta che il
giovane abbia mai espresso parole di ravvedimento per la sua condotta".
Il "curriculum" di Salvo è di tutto rispetto. Nel 2000 aveva tentato di
riorganizzare una cosca e ai suoi fedelissimi raccontava con orgoglio
le stragi Falcone e Borsellino
volute dal padre: "Totuccio si fumò a tutti, li scannò". E, nei vari
procedimenti giudiziari, mai nessun accenno di pentimento. Poi, però,
l'ok dei parroci: faccia pure il padrino al battesimo della nipote. La diocesi: "Ha ricevuto la cresima a Padova dopo un lungo percorso"
- "Giuseppe Salvatore Riina ha ricevuto la cresima a dicembre dopo un
lungo percorso di preparazione condotto in riservatezza. Al termine di
questo ho ricevuto un certificato di cresima come da prassi. Su quanto è
successo poi nella diocesi di Monreale stiamo verificando e daremo
comunicazione a tempo debito". E' quanto ha precisato la diocesi di
Padova in una nota ufficiale.
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