Esplode la polemica su come mai lʼuomo, in cura psichiatrica, abbia potuto comprare regolarmente una pistola
"Mi
ha sfidato e non c'ho più visto". E' questa l'unica, labile difesa
portata avanti da Fabio Di Lello, il panettiere di Vasto che ha ucciso a
colpi di pistola Italo D'Elisa, il 22enne che aveva travolto e ucciso
la moglie dell'uomo: non quindi un omicidio premeditato, ma un raptus
scaturito dopo essersi trovato per l'ennesima volta a tu per tu con
"l'omicida". Intanto sui social network spuntano gruppi che inneggiano
all'assassino.
"Mi sfidava, non c'ho più visto" - Secondo la
ricostruzione che Di Lello ha affidato al suo avvocato, la mattina
dell'omicidio stava tornando da un allenamento quando davanti al Cafè
and Wine Bar incrocia D'Elisa in bicicletta. "Aveva quel solito sguardo
di sfida. Allora ho fatto inversione di marcia - avrebbe detto Di Lello
al suo difensore secondo quanto riportato dal "Corriere della Sera" -.
Lui si era fermato al bar. Ho parcheggiato e sono sceso. Non per
ucciderlo ma solo per parlargli".
"Hai ancora il coraggio di
farti vedere in giro?", avrebbe quindi tuonato Di Lello contro D'Elisa,
riferisce "Il Messaggero". "Lasciami stare, non puoi farmi nulla",
avrebbe risposto il ragazzo. E sarebbe stato allora che il panettiere di
Vasto sarebbe tornato in macchina per prendere la pistola e avrebbe
ucciso il giovane.
Polemiche sul porto d'armi di Di Lello
- Di Lello ha ucciso D'Elisa con una pistola regolarmente detenuta.
Quello che lascia però perplessi è un particolare: il panettiere di
Vasto avrebbe comprato la calibro 9 con cui ha sparato al 22enne a
settembre, quando, in seguito alla morte della moglie, era in cura
psichiatrica e sotto effetto di psicofarmaci e dunque già sprofondato
nell'abisso che lo porterà a compiere l'omicidio.
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