Una delle tecnologie crittografiche più sicure è quella che si nasconde nientemeno che nel nostro cuore. In futuro potremo probabilmente utilizzare il battito cardiaco stesso per sbloccare lo smartphone, per una sicurezza senza precedenti.
Questo non significa, ovviamente, che sia facile, ma è possibile riprodurre l’impronta di una persona, così come partire da una fotografia e replicare la faccia di una persona per ingannare il software; una delle nostre caratteristiche che, invece, non è replicabile è il battito del nostro cuore. Non ci avresti mai pensato, probabilmente, ma sebbene il battito sia molto simile per tutti noi, in realtà le onde elettriche liberate dal tuo cuore sono diverse da quelle di ogni altra persona che ti circonda, compresi i tuoi parenti.
La logica sarebbe quella di utilizzare il nostro cuore proprio per proteggere le nostre informazioni, così da renderne impossibile l’accesso a qualunque altra persona. Il problema, naturalmente, è che non è semplice accedere a quell’informazione: quando ci sottoponiamo ad un elettrocardiogramma, come sappiamo bene, veniamo ricoperti di elettrodi su tutto il corpo e ci vuole un po’ di tempo per la preparazione, motivo per cui convincere qualcuno a “dire la password” sarebbe praticamente impossibile, con un sistema del genere.
Si capisce bene, però, come questo sistema certo non sia semplice da applicare alla vita di tutti i giorni: magari tra dieci anni potremo appoggiare il telefono sul petto e questo si sbloccherà, come un sensore, ma per adesso si sta pensando di sfruttare questa tecnologia per scopi militari, o per proteggere segreti statali. Possiamo immaginare che cosa succederebbe, ad esempio, se solo la presenza fisica del Presidente degli Stati Uniti potesse sbloccare l’accesso a un sistema protetto come Fort Knox? La sicurezza, essendo una delle persone meglio protette del mondo, sarebbe maggiore di quanto sia mai stata nella storia. E questo sfruttando solo delle informazioni, quelle del nostro cuore, che abbiamo sempre avuto, e sempre avremo.
0 commenti:
Posta un commento