Cranio Randagio è stato ucciso da un mix di cocaina e metanfetamine.
È quanto emerso dall'autopsia sul corpo del ragazzo.
Ora gli investigatori stanno cercando di scoprire chi ha portato la
droga all'interno dell'appartamento dove era in corso la festa durante la quale il rapper è deceduto. "Ora
si punta a scoprire chi ha fornito le droghe, la cocaina e le
metanfetamine in particolare (l'eroina è stata esclusa), assunte in
quantità massicce - dicono gli inquirenti - insieme a psicofarmaci e all'alcol che gli hanno provocato una overdose".
Vittorio Andrei, questo il suo vero nome, era conosciuto nel mondo della musica perchè nel 2015 Mika lo aveva scelto come concorrente di X Factor. La sera dell'11 novembre dello scorso anno, il rapper partecipa a una festa in un appartamento nel quartiere Balduina, a Roma, insieme ad altre dodici persone. La mattina dopo Cranio viene trovato senza vita dagli amici.
Ora la mamma del ragazzo non riesce a darsi pace: "Si era laureato in fonica a Milano qualche mese prima. Era andato a una festa, come mille altre volte, come è normale per un ragazzo di 21 anni. Solo che quella volta non è tornato. Perché? Mi devono dire cosa è successo veramente. Perché nessuno rispondeva al telefono di Vitto? Quelle erano persone fuori dal suo giro. Entrate in contatto qualche settimana prima per un video".
Secondo l'avvocato della famiglia le dinamiche sono ancora da chiarire ed è quindi necessario ricostruire le ultime 24 ore del giovane: "Resta il mistero. Lui non era un tossicodipendente depresso. Forse qualcuno gli ha offerto qualcosa, un cocktail che non ha riconosciuto".
Vittorio Andrei, questo il suo vero nome, era conosciuto nel mondo della musica perchè nel 2015 Mika lo aveva scelto come concorrente di X Factor. La sera dell'11 novembre dello scorso anno, il rapper partecipa a una festa in un appartamento nel quartiere Balduina, a Roma, insieme ad altre dodici persone. La mattina dopo Cranio viene trovato senza vita dagli amici.
Ora la mamma del ragazzo non riesce a darsi pace: "Si era laureato in fonica a Milano qualche mese prima. Era andato a una festa, come mille altre volte, come è normale per un ragazzo di 21 anni. Solo che quella volta non è tornato. Perché? Mi devono dire cosa è successo veramente. Perché nessuno rispondeva al telefono di Vitto? Quelle erano persone fuori dal suo giro. Entrate in contatto qualche settimana prima per un video".
Secondo l'avvocato della famiglia le dinamiche sono ancora da chiarire ed è quindi necessario ricostruire le ultime 24 ore del giovane: "Resta il mistero. Lui non era un tossicodipendente depresso. Forse qualcuno gli ha offerto qualcosa, un cocktail che non ha riconosciuto".
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