Una intensa luminescenza catturata da un satellite americano al largo della Somalia confonde gli scienziati. Cosa produce il fenomeno del 'mare di latte'? Un fenomeno naturale che ancora non conosciamo, oppure là sotto c'è qualcuno?
Il 25 gennaio del 1995, un satellite dell’esercito americano cattura una strana immagine mentre è in orbita sopra l’Oceano Indiano.
Il satellite fotografa un’area ad est del Corno d’Africa, a 270 km dalla costa somala.
Siccome è notte, l’oceano dovrebbe essere completamente buio, quindi perchè compare una striscia luminosa immensa?
L’immagine è stata scattata a più di 800 km di distanza dalla terra. Stando ai calcoli, lo strano bagliore ricopre oltre 15.500 km², una superficie estesa quanto la Calabria.
Le dimensioni di questa macchia bianca e luminosa incuriosiscono gli scienziati. Quale fenomeno potrebbe emanare una luce così intesa su un’area così estesa?
Il satellite è equipaggiato con dei sensori specifici per analizzare le nuvole, ma questa non è una nuvola. Se fosse stata una nuvola, la notte dopo sarebbe scomparsa o si sarebbe mossa, invece la macchia era ancora lì.
Come rivela Live Science, gli esperti confermano che non si tratta dell’opera dell’uomo. Occorrerebbero milioni di fari per emanare un bagliore così intenso.
Forse sarebbe stato liquidato come un errore del computer, se in quello stesso giorno di gennaio non fosse arrivato uno strano rapporto da una nave mercantile britannica, la SS Lima.
Come racconta l’articolo del National Geographic, la nave stava viaggiando di notte per evitare i pirati sulla costa somala. Così scrive il capitano John Briand nel suo diario di bordo:
«Un bagliore biancastro è stato osservato all’orizzonte e dopo 14 minuti di navigazione, la nave è stata completamente circondata da un mare di colore bianco latte. Il bagliore misterioso copriva l’intera area di navigazione, da orizzonte a orizzonte… sembrava come se la nave stesse navigando su un campo di neve o che scivolasse sopra le nuvole».L’intera traversata del misterioso fenomeno è durata ben sei ore.
Sembra strano, ma la vicenda della SS Lima è quasi identica ad un passaggio del famoso romanzo di avventura ‘Ventimila leghe sotto i mari‘ di Jules Verne.
Nel romanzo di Verne, il sottomarino Nautilus attraversa uno scintillante mare di latte. Per una strana coincidenza, nel libro l’evento ha luogo nello stesso giorno di gennaio in cui il satellite americano, un secolo dopo, ha scattato quella foto.
Nei racconti dei mariani non è raro trovare storie di luci provenienti dai fondali oceanici. Possibile che le leggende del cosiddetto ‘mare di latte’ abbiano un fondo di verità? Non era mai successo che una nave avvistasse il fenomeno nello stesso momento in cui un satellite lo riprendeva dallo spazio.
Inspirandosi a queste leggende, gli scrittori di fantascienza hanno immaginato che in fondo agli oceani terrestri ci siano civiltà aliene. Nel film ‘The abyss’, l’equipaggio di una piattaforma petrolifera incontra una nuova specie che vive nei fondali oceanici.
La scienza è in grado spiegare il fenomeno?
Alcuni hanno ipotizzato che il bagliore possa essere stato prodotto dalle scoerie nucleari che si sversano in questa parte di oceano. Ma l’area fotografata è immensa e, soprattutto, la radioattività emette energia, ma non sotto forma di luce visibile.Potrebbe essere uno spettacolare fenomeno naturale? Gli scienziati sospettano che i batteri bioluminescenti possano essere la causa del fenomeno.
Queste creature producono una luce continua, a differenza degli organismo detti ‘dinoflagellati’, che producono lampi di luce quando le acque vengono mosse.
«Il problema con l’ipotesi dei batteri è che sarebbe necessaria una concentrazione altissima di microorganismi», spiega Steven Miller, scienziato del Naval Research Laboratory. «Cosa potrebbe causare l’aggregazione di una popolazione così vasta?».
Il misterioso evento del 1995 è stato segnalato e analizzato nel 2005 in una pubblicazione sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.
Il mistero mette in evidenza quanto poco gli scienziati conoscano gli oceano. «Le circostanze e la cause per le quali si verifica il ‘mare di latte’ è del tutto sconosciuto», ammette Miller.
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