Disoccupati, ma con case lussuose e auto fuori serie. Rubavano un'auto in soli 30 secondi. Così mantenevano le proprie
Disoccupati, ma con case lussuose e auto fuori serie. Rubavano un'auto in soli 30 secondi. Così mantenevano le proprie
Nomadi in manette a Catanzaro. Disoccupati, ma con case lussuose e auto fuori serie.
Il segreto di tanta ricchezza? I proventi dai furti.
A sgominare la banda dei rom i carabinieri del capoluogo. Venti i
nomadi coinvolti nell'operazione "Safety car". Erano capaci di rubare
un’auto in soli trenta secondi. Anche quelle di ultima generazione.
Utilizzavano il famigerato metodo del "cavallo di ritorno". Si impossessavano del mezzo, lo custodivano in un posto sicuro e, una volta intercettato il proprietario, chiedevano la tangente per restituirgli l’auto. Un metodo consolidato negli anni che, però, non gli ha permesso di farla franca. Il giudice li ha definiti "esperti e abituati a lavorare insieme secondo un copione prestabilito ed idoneo per una serie indeterminata di furti da commettere". Grazie ad una denuncia i carabinieri della piccola stazione di Gasperina, hanno scoperto il giro d’affari del clan che si muoveva in tutto l’hinterland catanzarese e operava principalmente nelle ore notturne. Le auto predilette? Le Fiat o le Alfa Romeo. Non disprezzavano, però, le automobili delle altre case automobilistiche.
La banda dei nomadi non si fermava soltanto ai furti di auto. Erano specializzati anche nei furti in appartamento. Con i soldi loscamente incassati acquistavano droga da rivendere nelle piazze della Calabria. E’ così che mantenevano le famiglie. "Si tratta di un reato odioso - ha sottolineato il procuratore Gratteri - perché tocca la collettività nella vita quotidiana. I Carabinieri sono riusciti a portare a termine una indagine completa e piena di prove documentali, ricostruendo il furto di decine di autovetture". Molte delle automobili (fortunatamente) sono state restituite ai legittimi proprietari. Ma, nonostante gli arresti, l’incubo rom non passa. A pochi chilometri dalla città dei tre colli, in contrada Scordovillo, vivono migliaia di zingari accampati nel ghetto più grande del sud Italia. Anche loro esperti in furti ed estorsioni. Da anni i cittadini chiedono lo sgombero e l’abbattimento della baraccopoli. Ma nulla è stato fatto. Per non parlare, poi, dei rom che abitano le case popolari di via Isonzo, noti per lo spaccio di droga (cocaina ed eroina) e il traffico di armi. Un clan sempre più forte ed egemone. Che va annientato.
Utilizzavano il famigerato metodo del "cavallo di ritorno". Si impossessavano del mezzo, lo custodivano in un posto sicuro e, una volta intercettato il proprietario, chiedevano la tangente per restituirgli l’auto. Un metodo consolidato negli anni che, però, non gli ha permesso di farla franca. Il giudice li ha definiti "esperti e abituati a lavorare insieme secondo un copione prestabilito ed idoneo per una serie indeterminata di furti da commettere". Grazie ad una denuncia i carabinieri della piccola stazione di Gasperina, hanno scoperto il giro d’affari del clan che si muoveva in tutto l’hinterland catanzarese e operava principalmente nelle ore notturne. Le auto predilette? Le Fiat o le Alfa Romeo. Non disprezzavano, però, le automobili delle altre case automobilistiche.
La banda dei nomadi non si fermava soltanto ai furti di auto. Erano specializzati anche nei furti in appartamento. Con i soldi loscamente incassati acquistavano droga da rivendere nelle piazze della Calabria. E’ così che mantenevano le famiglie. "Si tratta di un reato odioso - ha sottolineato il procuratore Gratteri - perché tocca la collettività nella vita quotidiana. I Carabinieri sono riusciti a portare a termine una indagine completa e piena di prove documentali, ricostruendo il furto di decine di autovetture". Molte delle automobili (fortunatamente) sono state restituite ai legittimi proprietari. Ma, nonostante gli arresti, l’incubo rom non passa. A pochi chilometri dalla città dei tre colli, in contrada Scordovillo, vivono migliaia di zingari accampati nel ghetto più grande del sud Italia. Anche loro esperti in furti ed estorsioni. Da anni i cittadini chiedono lo sgombero e l’abbattimento della baraccopoli. Ma nulla è stato fatto. Per non parlare, poi, dei rom che abitano le case popolari di via Isonzo, noti per lo spaccio di droga (cocaina ed eroina) e il traffico di armi. Un clan sempre più forte ed egemone. Che va annientato.
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