Ieri a Bologna scontri tra gli studenti e la polizia: lo scontro dei tornelli
Dopo più di 25 anni a Bologna,
ieri si sono visti duri scontri tra studenti e polizia; anche nella
giornata di oggi stanno continuando cariche e tafferugli nella zona
universitaria. Gli scontri sono stati accesi dal Cua, il collettivo
universitario autonomo che ha indetto un corteo per ribellarsi
all'installazione dei tornelli all'ingresso della biblioteca
universitaria di Lettere La manifestazione a cui hanno aderito circa 800
persone e che era partita da Piazza Verdi per transitarie lungo le vie
vie del centro storico, è entrata a contatto con le forze dell'ordine in
via Zamboni 32. Avanzando il corteo ha iniziato a
lanciare oggetti per cui è stato caricato dal cordone antisommossa delle
forze dell'ordine. Dopo la carica il grosso della manifestazione si è
allontanato verso i vicoli circostanti, mentre alcuni manifestanti sono
stati trattenuti dalla polizia
Gli striscioni dei manifestanti
Gli striscioni del corteo riportavano scritte come "36 libero.
Ubertini e Coccia fuori da Bologna" o "Arma, mater studiorum",
riferendosi al Rettore dell'Università di Bologna, l"alma mater", al numero 36 del civico dov'è situata la biblioteca e dirette anche al Questore della città. Il sindaco di Bologna, Virginio Merola,
ha immediatamente preso posizione contro i manifestanti, tacciando la
protesta come violenta e che attacca una scelta sacrosanta che non
inficia il diritto e l'accesso allo studio.
Anche gli studenti si dissociano
La maggioranza degli studenti bolognesi si è dissociata dalla
contestazione, anzi si è indignata per la conseguente occupazione della
biblioteca da parte del collettivo. Inoltre a dare ulteriore fastidio
sono stati gli atti vandalici perpetrati all'interno della struttura.
Una petizione contraria al Cua, lanciata su change.org,
ha infatti raccolto quasi 5000 firme di studenti che supportano le
decisioni dell'Ateneo e sperano che si prendano seri provvedimenti
contro i responsabili dei danni. E' unanime la denuncia degli studenti
che non ammettono che scon la scusa della protesta si commettano atti vandalici ai danni dell'università.
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