Le olimpiadi, in passato, erano delle gare molto importanti,
ma erano anche diverse da quelle che vediamo oggi. In particolare, molte
delle tradizioni dei giochi erano incredibilmente violente: noi vi
raccontiamo come erano, in realtà, le olimpiadi originali.
Le olimpiadi che si svolgono al giorno d’oggi, come quelle del 2016, riprendono
da una tradizione che si svolgeva nell’antica Grecia, nella quale gli
atleti migliori di tutto il paese si confrontavano con i loro sfidanti.
Pensando alla figura delle olimpiadi greche pensiamo che, sport a parte,
non ci siano grandi differenze tra ciò che si faceva in passato e le
cose che si fanno oggi: invece non è così. No, perché in passato erano
presenti una serie di tradizioni che, per motivi vari, non si ripetono
oggi, e che sono quindi state dimenticate, se non dagli storici: in
questa lista vi raccontiamo come si svolgevano le olimpiadi antiche, per
modi veramente assurdi.
Esiste un modo migliore per iniziare le olimpiadi se non una bella mattanza di animali? Nel
terzo giorno delle olimpiadi greche, infatti, non c’erano le gare
perché era il giorno dedicato al Re degli Dei, Zeus. In questa occasione
venivano portati cento tori al tempio di Zeus, e uno per uno venivano
macellati. La carne poi era cotta e veniva mangiata dagli atleti, come
simbolo di forza, mentre le cosce erano bruciate in segno di sacrificio
verso Zeus stesso. In pratica, simbolicamente le mangiava lui.
9. Mangiare i testicoli di ovino per migliorare le performance
Come a dire che il doping non è certo una novità, gli atleti greci prima delle gare si facevano una scorpacciata di testicoli. Anche
se non conoscevano la biologia, guardando il comportamento degli
eunuchi e degli animali castrati associavano i testicoli alla virilità, e
di conseguenza alla forza; per questo prima delle gare mangiavano
queste prelibate pietanze pensando che li avrebbero aiutati a dare di
più durante le gare.
Se oggi fanno scalpore i vestiti di alcuni atleti che gareggiano alle olimpiadi, in
passato questo problema non c’è mai stato perché tutte le gare si
svolgevano con gli atleti completamente nudi. Non sappiamo bene come sia
iniziata questa tradizione, ma sembra che qualcuno abbia detto, per
primo, che nascondere la nudità era solamente un sinonimo di vergogna:
tutti i greci sono stati d’accordo, e da allora gli atleti hanno sempre
gareggiato senza vestiti.
Ovviamente, visto che tutti gli atleti erano maschi, non potevano
gareggiare, specialmente, in certe discipline, lasciando tutto al vento.
Per questo motivo il pene veniva legato, con un indumento simile ad
un perizoma che però non copriva nulla, ma serviva solamente a lasciare
il tutto più compatto. Ben presto questo indumento, il kynodesme, acquisì
un’importanza più estetica che funzionale, e serviva ad abbellire le
parti intime, tanto che qualcuno lo usava anche fuori dalle olimpiadi.
Le gare olimpiche non erano l’unica cosa che attirava persone da tutta la Grecia, ma
una parte consistente di attrazione era data dalle tantissime
prostitute che si trovavano nei pressi delle città olimpiche. In
pratica, la città diventava un “bordello a cielo aperto”, che durava per
tutti i giorni delle olimpiadi, che erano solamente cinque. Alcune
prostitute riuscivano in questo modo a guadagnare così tanto da avere
soldi da spendere per tutto il resto dell’anno!
Che cosa succederebbe se in uno sport di oggi, come il calcio per esempio, non ci fosse alcuna regola? Probabilmente
qualcuno morirebbe, e infatti è quello che succedeva nel Pankration,
dove calci nei genitali e strozzamenti erano all’ordine del giorno.
Addirittura, in una gara un atleta riuscì a vincere l’avversario con un
calcio nel viso, ma rimase stretto tra le sue cosce e soffocò. In
pratica, quell’atleta ha vinto ed è morto nello stesso momento.
Nelle olimpiadi era presente anche una gara di carri, che era
solo una gara di velocità. “Solo”, naturalmente, è per dire: infatti
invece di correre poù veloci degli altri i gareggianti cercavano di
disarcionare gli altri concorrenti, che spesso finivano sotto le ruote
del carro, o sotto gli zoccoli dei cavalli, e morivano. Alla fine, di
solito, rimaneva solo un concorrente in gara, mentre molti altri erano
morti: tutto sotto la folla che applaudiva.
L’unica gara in cui gli atleti non gareggiavano nudi era quella che si svolgeva con l’armatura. Era
una corsa, ma l’armatura pesava cinquanta chili e sotto l’armatura gli
atleti erano comunque nudi, per cui il ferro premeva e tagliava la
pelle, con cui era a diretto contatto. La corsa non era lunga, solo 400
metri, ma già a 70 i primi cedevano, e verso i 300 erano quasi tutti per
terra. Non era una gara a chi arrivava prima in fondo, era una gara a
chi arrivava più avanti.
2. Le donne non potevano vedere le olimpiadi
Depression
Con la sola eccezione della sacerdotessa che vigilava sulle olimpiadi, le
donne non erano ammesse a vedere le gare, in nessun modo. Nemmeno se
erano partecipanti: in alcuni casi, infatti, delle donne si allenavano
per le olimpiadi, ed era concesso iscriversi, ma siccome poi non
potevano entrare dovevano farsi sostituire da un uomo. Se lui vinceva,
però, il merito andava alla donna.
1. La demolizione delle mura della città del vincitore
I vincitori delle olimpiadi erano ricoperti di onori: oltre alla corona di olivo venivano
costruite statue e scritte canzoni in loro onore, e non avrebbero più
pagato le tasse. Ma non solo: alcune città più piccole credevano che
avere all’interno il vincitore delle olimpiadi fosse simbolo di così
tanta forza che non c’era più bisogno delle mura della città. E così… le
demolivano. Il motivo per cui i greci siano stati conquistati, però,
rimane un mistero.
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