Il sito di Mont ‘e Prama stupisce ancora: gli
archeologi hanno portato alla luce un altro "gigante". La scoperta è
stata eseguita dai ricercatori della Soprintendenza e delle Università
di Cagliari e di Sassari. Nell'area degli scavi sono stati recuperati
anche altri importanti reperti, tra cui una decina di tombe e quello che
si pensa fosse un camminamento nel calcare.
Il cantiere archeologico di Mont ‘e Prama continua a regalare nuove sorprendenti scoperte.Gli archeologi della Soprintendenza e delle Università di Cagliari e di Sassari hanno portato alla luce un altro gigante di arenaria.
Le fattezze della statua, secondo gli archeologici, richiamano quelle di un bronzetto ritrovato a Sant’Antioco e se tale collegamento sarà confermato si potrà avere un riferimento in più per stabilire la datazione dei “Giganti”, tuttora un enigma da risolvere.
Le nuove scoperte sono di giovedì mattina e i reperti sono ancora nel cantiere, da dove saranno quanto prima trasferiti nel magazzino della Soprintendenza presso il Museo civico di Cabras.
Il cantiere di Mont ‘e Prama nei giorni scorsi era stato visitato dai tombaroli, il cui arrivo ha evidenziato un problema di sicurezza dell’area. Il furto ha causato polemiche e prese di posizione per la mancanza di un adeguato servizio di guardiania.
Il problema è stato risolto inizialmente con l’ausilio di un servizio di vigilanza pagato per due giorni dall’archeologo Raimondo Zucca e di cui successivamente si è fatta carico l’Università di Sassari.
Il gigante appena ritrovato è diverso da tutti gli altri, una trentina, più o meno completi, scoperti finora e adesso esposti a Cagliari e Cabras. La particolarità del gigante sta nel fatto che è quasi intero.
Gli mancano solo i piedi e la testa, ma l’equipe al lavoro da cinque mesi nel cantiere di Mont ‘e Prama non dispera di trovare quest’ultima nei prossimi giorni, mentre i piedi potrebbero essere quelli già scoperti qualche settimana fa assieme a tutto il basamento della statua.
Ma soprattutto nel fatto che il gigante è una sorta di pezzo unico: si tratta di un pugilatore, ma è diverso anche da tutti gli altri pugilatori rinvenuti finora. Perché il pugno col guantone e lo scudo non ce li ha in alto sul capo, come tutti gli altri, ma rispettivamente sul petto e sul fianco.
Gli archeologi Alessandro Usai della Soprintendenza e Paolo Bernardini dell’Università di Sassari hanno spiegato che il nuovo gigante ha un solo referente, ma non è di arenaria ed è molto più piccolo. Infatti assomiglia straordinariamente a un piccolo bronzetto nuragico che è stato ritrovato però in una tomba etrusca, quella di Vulci.
E questo non è un dettaglio di poco conto, ma contribuisce ad accreditare una sorta di record dei giganti di Mont ‘e Prama, quello di essere l’esempio più antico di grande statuaria dell’area Mediterranea. Grazie ad altri reperti rinvenuti nella tomba, il bronzetto di Vulci è infatti databile con certezza al nono secolo avanti Cristo, quando la grande statuaria greca, tanto per fare un esempio, era ancora di là da venire.
Lo scavo del nuovo sensazionale gigante di Mont ‘e Prama non è ancora concluso. Ci vorrà ancora qualche giorno, hanno spiegato gli archeologi, ma stavolta i tombaroli non avranno alcuna possibilità di azione. Dopo l’incursione dei giorni scorsi, che comunque ha provocato meno danni di quanto si poteva temere, il cantiere è vigilato 24 ore su 24. Di giorno c’è l’equipe degli archeologi, di notte i vigilantes pagati dall’Università di Sassari.
I misteriosi giganti di Mont ‘e Prama
Le sculture di Mont ‘e Prama sono state rinvenute in frammenti tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta. Si tratta di un insieme straordinario di frammenti statuari in pietra di epoca nuragica raffiguranti arcieri, guerrieri, pugilatori e modelli di nuraghe.La tipologia e il numero dei frammenti, così come il loro stato di conservazione, fanno di questo ritrovamento uno degli eventi culturali più importanti di fine millennio. Le statue, di dimensioni monumentali, rappresentano la manifestazione di una civiltà che non ha uguali in tutto il bacino occidentale del Mediterraneo e proiettano nuova luce sull’arte e la cultura delle popolazioni della Sardegna.
Tutte le statue appaiono in posizione eretta e superano i due metri di altezza. Per quanto riguarda la datazione, gli studiosi si confrontano su due ipotesi cronologiche: una prima che colloca le statue intorno al VII a.C., un’altra che si spinge fino alla fine del primo millennio a.C.
Caratteristica comune alle statue è la resa del volto e in particolare degli occhi. Due cerchi concentrici, unitamente ad una fronte molto prominente che scende su un naso stilizzato e pronunciato, rendono lo sguardo delle statue magnetico e severo. La bocca, invece
Poco dopo la sorprendente scoperta, queste misteriose statue antiche sono state nascoste per 32 anni nello scantinato del museo di Cagliari. Il mondo, infatti, ha avuto ben poche opportunità di ammirare queste incredibili creazioni antropomorfe che non somigliano a nessun popolo conosciuto.
Grazie al progetto culturale promosso dal Centro di Conservazione Archeologica, denominato “Mont ‘e Prama Prenda ‘e Zenda“, ora le statue sono visibili al grande pubblico grazie ad una serie di esposizioni organizzate di recente. Oggi i frammenti delle sculture di Monte ‘e Prama sono raccolte nel Centro di Conservazione e Restauro di Sassari, a Li Punti. L’attuale intervento di conservazione e restauro comprende anche alcuni frammenti già restaurati negli anni settanta.
Queste enormi statue rappresentano qualcosa di unico in termini di dimensioni e materiali. Molto poco si sa sulla loro origine. Vengono comunemente associate alla civiltà nuragica, che fiori in Sardegna in un periodo di tempo che va dalla piena Età del bronzo (1800 a.C.) al II secolo a.C., ormai in epoca romana.
Certamente, l’aspetto delle statue non somiglia a nessuna popolazione nota ai ricercatori. Essendo state scoperte nei pressi di una necropoli, alcuni archeologi pensano che fossero guerrieri in pietra posti a custodia delle tombe. Tuttavia, altri ricercatori pensano facessero parte di un tempio nelle vicinanze ancora da scoprire.
Il loro enigmatico aspetto, così vicino allo stile moderno di realizzazione, ha acceso la fantasia di molti blogger. Alcuni, facendo riferimento alla Teoria degli Antichi Astronauti, hanno ipotizzato che i colossi di Mont’ e Prama siano la rappresentazione di antichi visitatori alieni, o di “automi” inviati nel passato della Terra.
Altri ricercatori, invece, facendo riferimento a diversi siti archeologici sardi, come la Tomba dei Giganti, credono che le statue siano la rappresentazione di antichi uomini giganti vissuti un tempo sul pianeta Terra, forse discendenti diretti degli abitanti di Atlantide.
Quello che è certo, al di là delle teorie più esotiche, è che i Giganti di Mont ‘e Prama hanno ancora qualcosa da dire sull’enigmatico passato della nostra civiltà./mafiaevolutionfilm.net/
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