La mafia albanese sulla Grecia.
Infiltrazioni nella politica, traffico di armi, droga e tratta degli immigrati: cosi' la mafia albanese insidia la sicurezza dell' Ellade.
La Grecia è continuamente attaccata dalla mafia albanese che opera ormai incontrastata nel Paese e questa storia di ordinaria follia svoltasi nel carcere greco di Malandrino la scorsa settimana rende l'idea della forza con cui la quetsione stia venendo alla ribalta. Un detenuto albanese, Alket Rizaj, ha tenuto a lungo in ostaggio quattro guardie carcerarie e due detenuti armato di bombe a mano, poi si e' consegnato dopo 24 ore alla polizia. Nessuno degli ostaggi era rimasto ferito ma Alket Rizaj che era stato condannato nel 2003 all'ergastolo per omicidio si era già reso, per ben due volte, nel 2006 e nel 2009, protagonista di rocambolesche fughe in elicottero dal carcere di massima sicurezza "Korydallos" di Atene insieme ad un altro detenuto, Vassilis Paleokostas. Il modus operandi di tali evasioni sottintende un'impeccabile organizzazione logistica ed economica. Finanziare una tale fuga non è cosa da poco e secondo quanto riporta il "Balkan Magazin" la mafia albanese sta minacciando la sicurezza greca soprattutto attraverso i cartelli della droga. I più influenti sarebbero il clan Thaçi e quello Haradinaj , entrambi di matrice kosovara. La criminalità organizzata albanese opera in Grecia in tutte le sfaccettature possibili e ha un saldo controllo di qualsiasi area, i suoi interessi strategici coincidono con l'antico progetto politico che ambisce alla creazione di una "grande Albania". La forza di questa organizzazione a delinquere ha la sua maggior leva nel grande numero di immigrati albanesi presenti nel territorio greco, circa 700.000 persone per la maggior parte dislocate tra la popolazione nel Nord dell'Epiro e nell'area della città di Giannina (Ioannina). L'organizzazione criminale caratterizza la sua azione colpendo le classi benestanti e la dirigenza politica della penisola ellenica ma si sospetta ache che un certo numero di politici venga così finanziato oppure ricattato attraverso la corruzione e l'intimidazione. Secondo stime che si riferiscono al 2008 la criminalità schipetara conta mezzo milione di affiliati ed ha un'organizzazione capillare con clan corrispondenti in vari paesi: Stati Uniti, Europa, Medio Oriente e Nord Africa. Grazie all'immigrazione nella parte settentrionale della Grecia ha una grande influenza sul potere politico e ha man mano allungato i suoi tentacoli alle aree di Atene e Salonicco spingendosi fino alla regione ionica e alle sue isole. La mafia albanese si dedica soprattutto al traffico di stupefacenti e ai sequestri di persona, anche in collaborazione con la criminalità locale. Inoltre, da un rapporto d' indagine del 2008 messo a punto dalle autorità greche sono emerse anche attività illecite riguardanti il commercio di minori ed un traffico di organi diretti verso l'Italia. Questi traffici sono ovviamente facilitati, oltre che dalla vicinanza geografica, dallo storico legame tra criminalità organizzata italiana e albanese: la relazione una volta stilata dall'ambasciata greca a Tirana è stata presentata alla procura di Salonicco, ma da allora nessun provvedimento è stato preso. La mafia albanese controlla il traffico di immigrati clandestini provenienti dai paesi africani e asiatici oltre a gestire le forniture di merci che si vendono poi sulle spiagge e nelle città della Grecia. Si stima che solo nel 2008 l'organizzazione skipetara abbia trasferito in Europa almeno 70 mila persone (l.m.r).
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