Soldi, alleanze e violenza: come la mafia
albanese è diventata potente e punta a essere l'unico interlocutore
indispensabile per i narcos italiani
Volando si bypassano i controlli
sulle strade, alle frontiere marittime. E così le gang di albanesi si
stanno specializzando nel trasporto di merce preziosa e illegale, sul
territorio italiano, tramite aerei ultraleggeri. Grazie
ai velivoli, le consorterie criminali possono raggiungere ogni luogo
d’Italia, magari facendo piccoli scali tecnici. Con l’ultimo tratto
percorso in aereo, secondo gli inquirenti, avvengono le consegne di
droga (e spesso anche armi da guerra) che percorrono la rotta balcanica.
Gli investigatori della Dia avevano già lanciato l’allarme che
confermano anche nell’ultima relazione che copre le attività d’indagine
per i primi sei mesi de 2016. E ricordano, a proposito, la scoperta dei
carabinieri di Torino che, a maggio scorso, sgominarono
un’organizzazione composta da tredici persone (sette dei quali originari
del Paese delle Aquile) ritenuta al centro di un imponente traffico
internazionale di droga e armi. In quel blitz, i militari dell’Arma
sequestrarono – oltre a due chili e mezzo di cocaina e 11,5 di
marijuana, anche un piccolo aereo ultraleggero, un Dynamic, utilizzato
per le operazioni di consegna della roba. Però il salto
di qualità dei clan albanesi è processo che va consolidandosi nelle
alleanze che rendono pericolosissima la mafia balcanica. Riescono a
tessere intese e alleanze con tutti, la Dia attesta rapporti consolidati
anche con i Casalesi. Negli ultimi tempi, gli albanesi sono riusciti ad
allestire depositi e laboratori di raffinazione della droga. Questo li
rende interlocutori, indispensabili, per numerosi gruppi criminali
italiani e stranieri interessati alla gestione dello spaccio. A
proposito di ciò, i risultati di alcune inchieste - tra cui
l'operazione Illiria della Guardia di Finanza, incentrata proprio sullo
spostamento di ingenti quantità di droga dall'Est fino all'Italia -
dimostrano come nelle transazioni criminali internazionali "nella catena
di passaggio che andava dal venditore dello stupefacente
all’acquirente, vi era sempre il coinvolgimento di referenti di
nazionalità albanese appositamente giunti dall’estero o, comunque,
rimasti a coordinare le operazioni nelle terre d’origine nonché di
intermediari, corrieri e manovali". Una presenza, quindi, che punta a
diventare ineludibile e ad accrescere il potenziale criminale delle gang
balcaniche. Accanto alla crescita “professionale” s’è
registrata una recrudescenza della violenza come metodo di risoluzione
delle controversie interne (o con gli altri gruppi). Infine, mentre
rimane alto l’interesse anche per l’altro affare “storico” della mala
albanese – e cioè lo sfruttamento della prostituzione – si registra un
nuovo impegno sul fronte dei reati predatori, cioé delle rapine. La
filosofia di fondo sembra quella ispirare pochi colpi, ma importanti. I
gruppi di rapinatori, come attestato da un’inchiesta dell’aprile del
2016 in Veneto, possono contare su reti di basisti e (soprattutto)
ricettatori italiani, identificati a volte in Compro Oro compiacenti./mafiaevolutionfilm.net/
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