Antonio Landieri fu ucciso in un attentato nel
2004. A distanza di tredici anni dalla morte, incastrati i presunti
colpevoli: sono "scissionisti" allora in guerra con i Di Lauro .Ucciso dal commando della camorra, morì
perché – ennesima vittima innocente del piombo della malavita
organizzata – non poteva scappare come gli amici.
Lui, Antonio Landieri che nel
novembre del 2004 aveva 25 anni, era disabile e aveva difficoltà
motorie. Due colpi alla schiena ne stroncarono l’esistenza, a Scampia.
Oggi, a distanza di poco più di tredici anni da quell’agguato vigliacco,
sono finiti in manette i suoi presunti killer.
Le
indagini della Dda napoletana e della Squadra Mobile hanno portato alla
notifica, avvenuta questa mattina, di cinque ordinanze di custodia
cautelare. Si tratterebbe di elementi ritenuti vicini alla consorteria
criminale degli Scissionisti che fecero la guerra ai Di Lauro, ai tempi
della prima faida che iniziò – appunto – nel 2004. Sono tutti accusati, a
vario titolo e in posizioni differenti, delle ipotesi di reato che
vanno dall’omicidio fino al tentato omicidio, al porto e detenzione
abusiva di arma da fuoco.
L’attentato si verificò il 6
novembre del 2004, quando una pioggia di piombo partì all’indirizzo di
un calciobalilla attorno al quale Landieri e altri amici stavano
giocando. In sella a due motociclette, i sicari ciccarono clamorosamente
il vero obiettivo del raid che riuscì a farla franca. Sotto i
proiettili, invece, rimase proprio Landieri che non poté darsi alla
fuga, frenato dalla disabilità. Due colpi gli furono fatali.
Ma quello che accadde subito dopo, come riporta il Corriere del Mezzogiorno,
aggiunse al danno la beffa. Gli inquirenti, per qualche tempo,
ritennero che obiettivo del raid fosse proprio il 25enne disabile.
Antonio Landieri era invece, come le indagini dimostreranno, l’ennesima
vittima innocente della violenza camorristica. E il suo nome, anche
grazie all'impegno della famiglia e degli amici, venne subito
completamente riabilitato.
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